So che cosa pensano gli uomini delle borse delle donne.
So che le trovano simili al pozzo dei desideri, in cui ogni desiderio diviene realtà.
E so anche che ritengono tutto inutile il loro contenuto.
Oggi in ufficio scena da film…
Protagonisti:
Sauro, uno dei colleghi toscani -signore sulla cinquantina, magrolino e occhio furbetto, meraviglioso accento toscano con l’aggiunta di una R moscia davvero simpatica-
Lorella nataconlavaligia -già conosciuta dai più.
Sauro nel suo splendido modo di fare mi chiede se ho un fazzolettino di carta.
Premetto che sono partita con un leggero svantaggio: oggi avevo la borsetta piccina piccio’ ma con ben tre scomparti per cui la scena era ancora più complicata…
Inizio dal primo scomparto… tolgo le chiavi, gli occhiali, le gomme, una penna, un biglietto d’autobus vecchio, l’abbonamento dei mezzi pubblici e il badge aziendale… Sauro a questo punto già scuote la testa…
Niente fazzolettini quindi continuo con la tasca mediana… portafoglio, altre gomme, un piccolo bloc notes per appunti, un paio di tappi di bottiglie di plastica -un’amica fa la famosa raccolta, quindi le ho sparse in ogni dove- due lucidalabbra, un ombretto e il mascara… E anche qui niente fazzolettini per Sauro…
Terza ed ultima possibilità… Come in un flashback mi passano davanti i momenti in cui ho visto l’ultima volta i fazzolettini di carta… E… sono sicura che si trattasse proprio di questa borsa????? Cerco… chiave dell’ufficio, buoni pasto reduci dal precedente lavoro, altri tappi di plastica, gingilli da appendere sul cellulare… In quel momento squillo del telefono… Rispondo. Cercano il mio capo…
“Guardi il Dottor XXX non è in stanza. Posso lasciare un messaggio?”
Mentre scrivo i recapiti della persona al telefono sento Sauro in sottofondo “guarda che non ci sia anche lui lì dentro!”
Per la cronaca… I fazzolettini c’erano. Alla fine ma c’erano!
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